La cascina Galeazzo, la piana e i laghi della brughiera

Il nome della cascina Galeazzo rinvia senz’altro a un Galeazzo Porro, discendente da uno dei figli gemelli del conte Stefano. Alcune circostanze e documenti, sembrano individuare il committente di questa cascina nel dott. Galeazzo il vecchio, figlio del conte Antonio II, cioè lo stesso personaggio che commissionò la costruzione della villa in Via Roma a Lentate, della quale resta l’antico colonnato e qualche soffitto ligneo, oltre a lacerti d’affresco. Nata per evidenti scopi venatori e di sfruttamento dell’incolto, la cascina si affaccia sulla splendida piana di Cimnago che senz’altro è uno dei più preziosi elementi del nostro paesaggio: è un territorio strappato alle brughiere che ancora nel XIII secolo si stendevano vaste in questa zona del lentatese. Proprio la ricchezza di argilla e la presenza di boschi in grado di fornire legna da ardere, hanno favorito la nascita di fornaci. Vi erano almeno due fornaci nel Trecento in questa zona e appartenevano tutte alla famiglia Porro. Lo scavo dell’argilla formava buche più o meno grandi che col tempo hanno portato alla formazione di laghetti, alimentati da acque piovane e da lenti d’acqua presenti negli strati d’argilla. Si segnala in particolare, il lago Azzurro, il cui ambito è stato recentemente riqualificato con un esteso intervento volto alla conservazione.

Quanto al “Galeazzo”, oggi è sede dell’azienda agricola Capoferri, fondata nel 1956; l’attività principale è quella casearia, con la produzione di diverse varietà di formaggio fresco e stagionato.