I Beccaria
La famiglia di Giacomo Beccaria si trasferì a Copreno ai primi dell’Ottocento, allorché gli eredi di un ramo dei Porro gli vendettero una casa da nobile, con diversi immobili annessi e un giardino a terrazzo. Giacomo ristrutturò il palazzo, conferendogli l’attuale aspetto, anche se visibile solo a tratti, essendo l’immobile molto frazionato. Creò le arancere, in angolo di levante e ancora più in là, acquistò un edificio, denominato “il portico”, per i giochi e all’uso del giardino.
Non solo, quale principale possidente e membro del consiglio comunale, promosse la formazione della piazza, demolendo un suo edificio rustico che stava tra la sua villa e la chiesa.
Ai Beccaria si deve l’assidua presenza a Copreno di Manzoni.
A Giacomo, per sua volontà, nella proprietà nella villa di Copreno successero i Manzi Fé, alla qual famiglia appartenne anche Carmelita che sposò Luciano Manara.
I Manzoni
Andarono ad abitare in una casa piccola, ma graziosa, posta nel cuore di Copreno; questa casa deve essere identificata col palazzo Avogadro, ora Vago. Altre volte erano ospiti dei marchesi Clerici “nel palagio” di questi, prossimo a quello dei Beccaria, in contrada del Ponte. Così narrano le varie memorie e le lettere sulla vita di Manzoni che conduceva a Copreno tutta la sua numerosa famiglia, donna Giulia, sua madre, compresa. Gli scritti descrivono anche una certa serenità del letterato quando era a Copreno: stava meglio qui, almeno stando alle parole della piccola Giulia Manzoni.
La presenza di Manzoni rese famoso il piccolo borgo tra i nobili dell’epoca che si chiedevano spesso se fosse a Brusuglio o a Copreno, perché tutti desideravano d’incontrarlo, di essere ammessi al suo salotto.