ANNA IPPOLITA PORRO
Alla morte del conte Giovanni Bono Porro di Lentate, per il testamento del 16 gennaio 1736, furono chiamati alla sua eredità i nipoti Olginati e Odescalchi. Questo perché Anna Ippolita, sorella del conte, aveva sposato in prime nozze il ricco marchese Pietro Francesco Odescalchi e in seconde, il nobile Pietro Olginati, entrambi della città di Como. Il secondo matrimonio procurò non poche tensioni tra Anna Ippolita e i suoi stessi figli avuti dall’Odescalchi, proprio a causa della distribuzione tra le due famiglie dei benefici di questa eredità.
La villa di Lentate entro la quale Anna Ippolita era cresciuta e vi tornava coi figli è posta ai margini settentrionali del “colto borgo di Lentate”, dove la contrada della Torre si disperdeva in una serie di vicinali campestri culminati presso il fossato posto sotto la Lombarda. La villa, ancora oggi caratterizzata da un portico con colonne e soffitto in legno, era tutta affrescata, ma di queste pitture rimane solo un lacerto. Ricca anche di mobilio di pregio e opere d’arte, aveva un giardino abbastanza esteso, orientato principalmente verso la valle del Seveso; in esso erano coltivate anche piante d’agrumi in vasi di legno. Nella villa di Anna Ippolita e del fratello Giovanni Bono c’era una cappella per le preghiere e forse anche per la celebrazione di messe private; era dedicata a san Giovanni e vi si accedeva direttamente dallo scalone.
Con la morte dei discendenti maschi di Francesco Galeazzo Odescalchi, marchese di Fino, molti dei beni Porro in Lentate passarono in eredità al marchese Giorgio Raimondi, già proprietario della villa sita a Birago che fu dei Casnedi
COLOMBA E MARGHERITA PORRO
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Nel 1610 il borgo di Mocchirolo con la “casa da nobile” e la chiesa di “S. Maria” erano di Giulio Porro (fratello di Cristoforo) e degli eredi di Francesco Porro. Dai fratelli Giulio e Cristoforo, ai quali apparteneva anche la villa prospicente piazza San Vito col parco, oggi nota come Cenacolo o meglio villa Volta Sannazzaro, queste proprietà passarono alle figlie di Cristoforo, ovvero le sorelle Colomba e Margherita -quest’ultima sposata con Ercole Visconti di Massino, dal quale ebbe almeno tre figli -. Dall’atto di divisione avvenuto tra le predette sorelle (1635) sappiamo che la villa di Lentate era ancora indissolubilmente legata alla tenuta di Mocchirolo e comprendeva l’oratorio dedicato a S. Maria come nel Quattorcento.
A Colomba Porro, oltre la villa lentatese con parco, fu quindi assegnata la casa da nobile di Mocchirolo, confinante con la strada, Cecilia Porro (una discendente di Galeazzo, figlio del conte Stefano), la campagna e la chiesa di Mocchirolo, anch’essa assegnata a Colomba, con ben 839 pertiche di terre[1]. Colomba, vedova del senator Sagaraga, in seconde nozze sposò il conte Carlo Patellani. Il conte Carlo, consigliere di S. M. Cattolica e R. Ducal Senatore, fu il fondatore del Collegio Patellani per l’educazione della gioventù della sua famiglia e di altre nobili famiglie milanesi. Carlo morto senza successione nel 1667, lasciò erede l’omonimo cugino che aveva sposato Francesca, figlia di Gerolamo Sagarada.
[1] Archivio Storico Civico di Pavia, Cart. 56, n. 188, Carte Porri Sagarada Patellani, 188 (ex n. 153) Vertenza Porri – monastero Santa Barbara di Milano, 1634 -1681. “Iura D. Don Cristophori Stoppani defensoris Domina Columbae Porre, Sagaraghi, contra DD. deputatos Venerandae Fabbricae RR. Monialium S.tae Barbare Portae Novae Mediolani et alios contradicentes” -Volume ms. rilegato cc 705 numerate, preceduto da Index contentorum in hoc volumine. N° ingr. 69953. Si tratta della vertenza tra Donna Colomba Porri Sagarada Patellani con la Veneranda Fabbriceria del monastero femminile di Santa Barbara in Milano, riguardo alla proprietà e relativi diritti di beni siti in Mocchirolo e Lentate, pieve di Seveso, ducato di Milano.
LUCREZIA PORRO
Nel tondo il cardinal Branda in un affresco di Masaccio (S. Maria del Carmine – Firenze)
Lucrezia, figlia del conte Stefano Porro e di Caterina Figini, con i genitori, fratelli e sorelle, è visibile nell’affresco della parete meridionale del presbiterio dell’oratorio di Santo Stefano protomartire, sito nell’antico “colto borgo” di Lentate. Diverse circostanze fanno ipotizzare la nascita di Lucrezia Porro in un periodo più o meno compreso tra il 1334 e il 1342. Entro quest’ultima data era convolata a nozze con il conte Maffiolo da Castiglione (Olona), membro di una illustre stirpe del Seprio.
Dal conte di Castiglione, Lucrezia ebbe Giovanni, Guido, Giovanna e finalmente il figlio Branda († 1443), destinato a una interessante carriera, paragonabile per certi aspetti a quella del nonno materno, ma spesa principalmente in ambito ecclesiastico, diventando cardinale e soprattutto importante committente di almeno due cicli pittorici eseguiti da Masolino da Panicale. Documenti rimasti inediti sino al 2003 hanno fornito notizie interessanti sulla biografia del cardinale e dei rapporti suoi e di alcuni suoi familiari con la Toscana e in particolare con Siena. Da queste fonti si possono accertare i seguenti fatti: il grande giurista Cristoforo Castiglioni aveva un contratto di consulenza con il governo di Siena nel 1412 e dal 1416 al 1419 ivi risiedeva con la sua famiglia, mentre il cugino Franchino Castiglioni insegnava diritto presso l’Università. Anna, moglie di Cristoforo, nel 1417 commissionò un libro d’ore al pittore Giovanni di Paolo e nel 1418 fece scolpire per lei un crocifisso devozionale a Jacopo della Quercia. Nel 1424, Franchino commissionò a Giovanni di Paolo una tavola con le figure di Caterina da Siena. Numerose poi le lettere dal Castiglioni ai Priori di Siena che documentano gli intensi e confidenziali rapporti che il cardinale intratteneva con eminenti personalità della città[1].
[1] Foffano T., Attorno a Masolino, Arte Lombarda, Nuova serie, n. 139 (3), Convegno internazionale: LOMBARDIA E UNGHERIA NELL’ETÀ DELL’UMANESIMO E DEL RINASCIMENTO — Rapporti culturali e artistici dall’età di Sigismondo all’invasione turca (1387-1526): 2-4 dicembre 2002 (2003), pp. 35-40 (6 pagine), Editore: Vita e Pensiero