Il palazzo Avogadro sorge nel luogo detto castelin, dove le vecchie strade del borgo formavano un’ellisse, di cui resta traccia nel prospicente percorso della Via Cantore. Da tempo sono in corso ricerche per cercare di capire se quest’ellisse rinvia a un sito protostorico o altomedievale. Una delle principali caratteristiche di questi siti è proprio la morfologia ellittica che trova giustificazione archeologica in ambito transalpino, soprattutto in area irlandese.
Il Palazzo, ricordato nel Quattrocento, è ampliamente descritto nel Cinquecento e appariva formato da un grande edificio, in area corrispondente all’attuale palazzo, da una torre prospicente la via Cantore, alla cui base stava la grande cantina tuttora esistente e da un’altra torre, in cima alla contrada del castello, demolita nel corso del Novecento. Abitato da diversi rami della famiglia Avogadro, il castellin restò a questa Casata sino alla seconda metà dell’Ottocento. Passò poi per un certo tempo in proprietà a padre Celestino Colombo, quindi alla famiglia Zerbi e, infine, alla famiglia Vago. Conserva ancora tracce del passato più antico ed è interamente utilizzata come abitazione dalla famiglia Vago.